“Il gioco della sabbia” è una cosa semplice…
Marianna Langella ripercorre la storia del “gioco della sabbia”, mette in luce le sue possibili valenze e ne illustra le fasi di preparazione, svolgimento e valorizzazione.
Marianna Langella ripercorre la storia del “gioco della sabbia”, mette in luce le sue possibili valenze e ne illustra le fasi di preparazione, svolgimento e valorizzazione.
“Quando un bambino ha pochi passatempi li esplora in modi variegati. Se invece sono tanti cala inevitabilmente la concentrazione”.
Amilcare Acerbi
Le zone gioco illustrate sono progettate dai grandi per i piccoli con particolare attenzione innanzitutto al divertimento insieme alla motricità ed espressività vissute in modo creativo ed autonomo. L’ambiente è il contesto e, insieme, il protagonista dei giochi realizzati nel giardino creativo dei piccoli.
Nel Paese del Lego i ragazzi sono lasciati liberi di sporcarsi, di correre rischi e di lottare. Un modo per farne adulti consapevoli. E appagati
Il cibo è alimento ma è anche cultura, come abbiamo sperimentato durante le festività. Roberta Nepi propone un approccio interculturale al cibo, da sperimentare con i bambini, per apprendere l’italiano come seconda lingua.
L’attenzione alla creatività e la centralità del bambino, alla base della pedagogia nell’educazione alla prima infanzia, si uniscono in questo laboratorio con la fiducia nella didattica esperienziale, nel learning by doing, che attraverso la manipolazione, costruzione e realizzazione pratica coinvolge tutti i canali sensoriali, per passare poi gradualmente al livello astratto della lingua.
Incontro con Miriam Rasse, psicologa direttrice dell’Associazione Pikler-Loczy Francia A cura di Alide Tassinari Lo sviluppo dell’autonomia Quando si parla di sviluppo dell’autonomia, è sempre difficile per l’adulto trovare la giusta misura per non intervenire troppo, per non impedire che il bambino sviluppi delle iniziative e per non renderlo troppo
Bunmi Laditan
autore di The Honest Toddler: A Child’s Guide to Life
Se le nostre nonne e bisnonne vedessero le attenzioni che le madri oggi si autoimpongono per crescere i loro figli penserebbero che siamo malate.